Rappresentano una condizione che colpisce circa l’1% della popolazione con stime simili in campioni di bambini e adulti. L’autismo è stato inquadrato secondo un nuovo orientamento diagnostico, che oltre a sostituire l’espressione “Disturbi pervasivi dello sviluppo” col termine “Disturbi dello spettro autistico”, elimina anche la presenza dei differenti sottotipi della patologia o forme di autismo.
Ciò richiama l’attenzione sul concetto dimensionale dell’autismo, caratterizzato da comportamenti che si estendono senza soluzione di continuità tra normalità e malattia, ma che si differenziano perché la frequenza e l’intensità di quel sintomo non consentono di adattarsi al contesto, di sviluppare le risorse cognitive, di acquisire e di mantenere le relazioni sociali.
La diagnosi di disturbo dello spettro autistico nasce da una stretta osservazione del bambino in un contesto di gioco e da un attento dialogo con i genitori e gli insegnanti. Test standardizzati specifici per lo screening dell’autismo, come ad esempio il questionario sulla comunicazione sociale (Social Communication Questionnaire) e la lista di controllo modificata per l’autismo nei bambini piccoli (Modified Checklist for Autism in Toddlers, M-CHAT-R), possono aiutare a individuare i bambini che necessitano di esami più approfonditi. Gli psicologi e altri specialisti hanno a disposizione l’ADOS (Autism Diagnostic Observation Schedule) e strumenti di altro tipo.